La storia della famiglia Medici

Chi erano i Medici e come è nata la loro fortuna

Deborah Galasso
15/10/2016
Arte e Cultura
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La famiglia dei Medici proveniva dal contado del Mugello e trae origine da un certo Medico di Potrone, nato intorno al 1046. Alcuni esponenti della famiglia, tutti discendenti di Medico di Potrone, tra il Duecento e il Trecento si guadagnarono una ricchezza ragionevole con le manifatture laniere che in quel tempo videro un periodo di boom nelle richieste, in Italia e all'estero, soprattutto in Francia e Spagna. Agli inizi del Trecento i Medici avevano già avuto due gonfalonieri di Giustizia (la massima carica della Repubblica fiorentina) e per tutta la prima metà del secolo fecero parte dell'oligarchia che dominava la città.

I Medici furono da subito attivi protagonisti della vita pubblica ed economica Fiorentina ancor prima della loro ascesa, anche se è solo dopo l'ascesa che il loro nome si fece grande a livello internazionale. La dinastia ebbe inizio con Giovanni di Bicci che divenne il finanziatore di Papa Giovanni XXIII, i Medici divennero la più grande ed efficiente organizzazione economica e finanziaria dell'epoca. Da qui cominciò l'ascesa e la fortuna dei Medici. Nel 1421 fu eletto Gonfaloniere (gestore della giustizia e custode della bandiera della città)  e istituì il Catasto, una tassa sulle proprietà immobiliari a danno dei più ricchi (e quindi anche di se stesso) ed a favore della Repubblica. Fu grazie a questo atteggiamento demagogico, mantenuto anche successivamente dai suoi eredi, che ottennero un potere assoluto su Firenze. Il potere si consolida con Cosimo il Vecchio che ebbe una grande personalità ed un forte carattere che si rivelò subito anche nel campo degli affari. Dopo essere stato all'ombra del padre nel 1434 assunse il ruolo di arbitro della politica Fiorentina, anche perché si schierò totalmente a favore del popolo attirando le simpatie dell'intera città.

Lo splendore fiorentino arriva con Lorenzo de Medici, detto il magnifico. Lorenzo e Giuliano de’ Medici, nipoti di Cosimo il Vecchio e figli di Piero e Lucrezia Tornabuoni, erano considerati nella Firenze della metà del Quattrocento quasi delle divinità, tanto da essere definiti “i Dioscuri, perché nati da un Giove gottoso, sotto una pioggia d’oro". Lorenzo portò all'apice la cultura, l'arte e la bellezza della città, rendendola magnifica e imponente attraverso le più belle opere d'arte che dovevano sottolineare proprio questo potere e questa magnificenza. Giuliano, secondogenito di Piero di Cosimo de' Medici e Lucrezia Tornabuoni fu educato da intellettuali esponenti della più raffinata cultura umanistica dell'epoca, porgendo attenzione agli affari politici e finanziari. Alla morte del padre, nel 1469, Giuliano si trovò a capo insieme a suo fratello Lorenzo della Signoria di Firenze. Ma, le invidie, le avversità e le lotte di potere della Firenze medicea lo resero vittima del suo stesso nome. Morì della congiura dei Pazzi nel 26 aprile 1478 per mano di Francesco de' Pazzi. Vittima di queste lotte di potere anche Lorenzo, che ne uscì gravemente ferito, in seguito alla congiura, alla quale avevano partecipato alcuni suoi oppositori fiorentini con l'appoggio del papa e di altri stati italiani, il popolo di Firenze si schierò ancora più nettamente dalla sua parte. I suoi sostenitori punirono duramente i responsabili, dando a Lorenzo l'occasione di accentrare il potere nelle sue mani attraverso varie riforme.

Lorenzo oltre ad essere un grande uomo di pace, grazie al suo concetto " coesistenza pacifica " era un uomo di finanza e di politica, amava però dilettarsi con la letteratura e la poesia, celebre il suo motivo "Quant'è bella giovinezza, che si fugge tuttavia! chi vuol esser lieto, sia: di doman non c'è certezza" questa canzona ancora oggi sottolinea il suo mondo filosofico e il suo pensiero, egli infatti era un grande appassionato delle arti in generali e soprattutto di filosofia. Importante anche il teatro mediceo, i medici proponevano grandi spettacoli, in particolare Lorenzo, organizzando anche grandi naumachie all'interno di Palazzo Pitti e non solo, queste grandi rappresentazioni coinvolgevano il pubblico fiorentino e l'arte regnava sovrana nel "regno" mediceo.

Nemico dichiarato di Lorenzo fu Girolamo Savonarola, che nella sua convinzione ultrareligiosa, non poteva che scontrarsi con il clima culturale di recupero dell'antico, della centralità dell'uomo, del libero pensiero promosso da Lorenzo. Successivamente con la morte di Lorenzo salì al trono Piero, tutti gli occhi della città erano puntati su di lui, ed è chiaro come tutti cercassero di capire se avesse la stoffa o meno per essere all'altezza dell'incarico che ricopriva. La pace mantenuta da Lorenzo se ne andò con la sua morte e già due anni dopo Carlo VIII di Francia scendeva in Italia con il suo esercito. La crisi travolse Piero che intimorito acconsentì a tutte le richieste francesi ostacolando quel sogno di rendere grande Firenze e il granducato di Toscana, Piero morì e per poco Savonarola governò la città, non rendendo però giustizia alla grandezza e alla magnificenza della Firenze medicea. Quando i Medici non hanno più eredi, sono i Lorena - casata asburgica - a prendere il potere di Firenze. Siamo ormai nel 1737 ed un provvidenziale ed illuminato Patto di famiglia fa in modo che i nuovi regnanti non possano traferire alcun tesoro artistico al di fuori della città. È questo il motivo per cui Firenze, tra le Signorie decadute, è l'unica a non avere visto la diaspora dei propri tesori; potrete ammirarli visitando Firenze ed i suoi musei.

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