Nonostante sfugga ancora il movente dell’omicidio, le informazioni su dove si siano incontrati e in quale modo Bossetti avrebbe costretto Yara Gambirasio a salire sul suo furgone i giudici di Bergamo accusano Bossetti di essere il colpevole , descrivendo le prove raccolte e definendolo "un animo malvagio".
I togati nelle loro motivazioni hanno tracciano il profilo di un uomo sadico e disturbato, si legge nelle 158 pagine della motivazione dell’ergastolo: "Ha ucciso Yara con violenza inaudita dopo che questa respinse le sue avances sessuali. Da questo rifiuto il raptus dell'imputato assunse la forma di una reazione di violenza e sadismo di cui non aveva mai dato prova fino ad allora".
Secondo i giudici, Bossetti ha lucidamente torturato la vittima per procurarle maggiore sofferenza, ha tagliato il corpo della ragazza mentre questa era in vita , “dei tagli lineari e in parte simmetrici, in alcuni casi superficiali, in altri casi in distretti non vitali e, dunque, idonea a causare sanguinamento e dolore ma non l'immediato decesso."
A questo prove oltretutto non si oppone nessuna acquisizione che dimostri l’innocenza dellìimputato che dopo aver sadicamente ferito la ragazzina la lasciò agonizzante in un campo isolato dove nessuno sarebbe pottuto andare in suo soccorso.
A rinforzare le convinzioni dei giudici le tracce biologiche rinvenute su Yara rappresentate dal Dna su slip e pantaloni della tredicenne. A questo si aggiunge la collocazione di Bossetti sul luogo del delitto riscontrata dai tabulati telefonici.
La sera del 26 novembre 2010 nessuno ha provato che fosse altrove, tornò a casa tardi e non ha mia saputo fornire spiegazioni del suo ritardo neppure alla moglie.
Ancora più provante la presenza sul cadavere delle viittima di particelle di calce e di sferette di metallo che si ricollega all’ttività profesionale del Bossetti, operaio edile .