Non ho visto il video che ritraeva Tiziana e neppure le parodie che ne hanno fatto. Una mia scelta, una scelta consapevole. Non mi andava di partecipare ad un circo “social media” che vedeva già parecchi partecipanti.
Non la giudico, Tiziana forse si è fidata troppo. Ecco, secondo me ha mal riposto la fiducia in quelli che considerava suoi “amici”.
Magari pensava di fare una cosa simpatica, mettersi un po’ in mostra insomma le ragioni sono state le sue a noi non devono interessare.
Appunto, il male che ne scaturisce nasce dal fatto che ci mettiamo in cattedra a pontificare su cosa sia giusto o meno, creando ancora più disordine in un mondo, quello, della rete, regolato dal caos.
Quello che mi sento, invece, di analizzare è il comportamento di quelli che hanno fatto girare in rete e amplificato il gesto di Tiziana.
Quale morboso piacere hanno provato nel fare di un momento intimo un evento mediato?
Perché condividere con il mondo intero e commentare una cosa che non ci riguarda in prima persona?
Siamo tutti diventati degli opinionisti in un generale e virtuale grande Talk Show?
Forse sì, forse è questa l’analisi della società in cui viviamo. Ragazze che filmano lo stupro della loro “amica” nel bagno della discoteca per poi postarlo!
Commenti senza logica e pietas sparati come strali in un cielo vuoto.
Chi siamo noi per arrogarci dei diritti che non ci riguardano?
Cosa c’è dietro? La voglia di fare del male o la voglia di essere presenti a qualcosa?
Non mi piace fare della dietrologia ma la perdita dei valori base è evidente.
Dobbiamo rivendicare un diritto al rispetto della vita propria e altrui.
Capire che ogni gesto ha la sua conseguenza che non bisogna aspettare che succeda qualcosa per poi dire: “oddio povera ragazza o povero ragazzo…”
Agire con sensibilità. Le conseguenze di gesti banali a volte sono maggiori del gesto stesso.
Abbiamo istigato al suicido una giovane donna che non ha retto l’onda di fango che le è piovuto addosso.
Abbiamo riso del suo filmato e magari abbiamo che detto che alla fine la colpa era sua e che una così se lo meritava di essere derisa dalla rete.
Già la rete. La rete siamo noi, non è un’entità suprema. Siamo noi che leggiamo e scriviamo quindi siamo noi i responsabili di quello che succede.
Prendiamoci del tempo per riflettere su quello che realmente è accaduto, senza lasciare commenti vuoti o critici.
Rispettiamo il desiderio di Tiziana di essere lasciata in pace.
Purtroppo, ora, per sempre.