Un soprannome anche per lui, please.
Urge trovarlo anche a beneficio di Mark Cavendish (Dimension Data). Se Greipel è il “gorilla” e Kittel è almeno per noi, il “falco” (ma altrove, su iInternet, troverete anche “il micetto”, chissà perché), Cavendish potrebbe essere, come abbiamo già osato proporre, il “gatto” (per via della sua provenienza dall’isola di Man), sornione e mortale, oppure l’ “orso” dall’unghiata finale inesorabile. Sua, infatti, ancora una volta in extremis (anzi in super-extremis) è stata la vittoria nella tappa del Tour de France di ieri, giovedì 7 luglio. La sesta, da Arpajon sur Cere-Montauban, per un totale di 190,5 km. Quella che, oltre al terzo alloro di giornata, gli consegna anche – e di nuovo – la maglia verde della classifica a punti. Maglia gialla, invece, resta il belga Van Avermaet (BMC), con distacchi invariati in classifica generale.
La cronaca della tappa. Dopo 1,5 km fuga-lampo che vede protagonisti Jan Barta, ceco della Bora-Argon 18, e Yukija Arashiro, giapponese della Lampre Merida. Arashiro è il corridore del Sol Levante che vanta più partecipazioni nella corsa gialla, ben sei compresa quella in svolgimento (le precedenti sono datate 2009, 2010, 2012, 2013, 2014). Dopo 25 km di corsa il duo aveva totalizzato sul gruppo un distacco pari a 4’05’’, destinato a calare nei chilometri seguenti. Nel frattempo, però, la strana coppia si divertiva a spartirsi gli allori mediani: a Barta andavano il gpm del Col des Estaques e il traguardo intermedio di Montbazens, ad Arashiro il gpm della Cote d’Aubin. Poco meno di 43 chilometri prima dell’arrivo, poi, Barta faceva il suo personale tris scattando per primo al gpm della Cote de Saint Antonin Noble Val.
Poi, a -20 dalla fine, il duo al comando viene ripreso, e al centro della scena torna un gruppone che si mantiene supercompatto quasi fin sotto il traguardo. 3 km al traguardo: la volata è, com’è naturale in questi casi, tiratissima: per pochissimi istanti la Tinkoff prende la testa della corsa (ma non c’è Sagan), poi le subentra la Cofidis, poi la Lotto NL. Quindi riemerge di nuovo la Tinkoff, che però deve vedersela con gli assalti laterali della Katusha, della Trek e della Etixx-Quick Step di Marcel Kittel.
Ed è proprio il tedescone ad uscire fuori dalla mischia e a puntare dritto alla linea d’arrivo: e quasi certamente la sua pedalata avrebbe vinto, se a fianco a lui, all’improvviso, non si fosse materializzato mr. Dimension Data, proprio lui, Mark Cavendish, pronto a soffiargli la vittoria, al fotofinish. Le jeux sont fait, così spesso gira la vita al giallo Giro.
Domani comunque riposo per velociti e volatisti: si attacca con le salite ancor più salite, sui signori Pirenei.