Usa, pronti trasferimenti da Guantanamo

Via una decina di detenuti

Gianluca Vivacqua
14/04/2016
Dal Mondo
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Notizia del Washington Post.

Anzi, voce di corridoio. Il 31 marzo il Pentagono ha notificato al Congresso che la sua intenzione è quella di trasferire in almeno due Paesi circa dieci detenuti di Guantanamo, che complessivamente ne ospita novantuno. Fra essi, anche uno yemenita in sciopero della fame dal 2007.

Proprio perché si tratta di un’indiscrezione, il Pentagono non conferma ma col suo portavoce Gary Ross si limita a commentare: “L’amministrazione è impegnata a ridurre il numero dei detenuti e a chiudere il carcere in modo responsabile.”

Non è un mistero che la chiusura di questo carcere speciale per terroristi, istituito dall’amministrazione Bush nel 2002 come zona franca dalla convenzione di Ginevra contro talebani ed islamisti,  sia da sempre un cavallo di battaglia di Obama. La vagheggia sin dal 2008, cioè da quando si è insediato alla Casa Bianca.

Il 21 gennaio 2009 il presidente statunitense arrivò in realtà al punto di firmare l'ordine di chiusura della struttura (non della base militare a cui il carcere è annesso, però), che avrebbe dovuto essere smantellata entro quell'anno. Tuttavia dopo sette anni ciò non è ancora successo, e questo anche a causa del voto contrario del Senato di Washington: esso, infatti,  si espresse contro la chiusura con 80 voti no e solo 6 sì, garantendo così anche un risparmio di circa 80 milioni di dollari (tale, infatti, era il costo preventivato per i lavori di smantellamento).

Così i sostenitori del fronte anti-Guantanamo, sporadicamente, possono festeggiare per qualche liberazione, qualche rimpatrio e qualche esperimento di delocalizzazione (quello annunciato dal WP in effetti non è il primo), però il carcere cubano e il suo sistema di prigionia a tolleranza zero restano saldamente in piedi.

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