La Giornata internazionale della donna per l'8 marzo ricorda le conquiste sociali, morali, politiche ed economiche per tutte le donne nel mondo: una ricorrenza giovane, adottata universalmente dall'ONU soltanto dal 1977, nonostante già molti paesi la festeggiassero proprio durante questa data, scaturita a ricordo dell'energica protesta delle donne russe a Mosca nel 1917 contro la prima guerra mondiale.
Una festa che, nonostante i passi in avanti fatti nel corso degli anni, ricorda quanta strada ancora manca al mondo femminile per una sua equiparazione con quello maschile, o quanto ancora la condizione della donna in molti paesi sia legata a condizioni di inferiorità se non di sudditanza autorizzata.
Oltre alle condizioni da medioevo moderno vissute in molti paesi per motivi religiosi, o quelle legate allo schiavismo sessuale in altri, anche la condizione economica della donna non vede margini di miglioramento, proprio nella civile Europa.
Secondo il rapporto Eurostat, diffuso proprio in occasione dell'otto marzo, una donna a pari impiego lavorativo di un uomo guadagna il 16,1% in meno di esso: Estonia, Austria e Repubblica Ceca sono i paesi capofila di questo disparitario trattamento economico, mentre, una volta tanto, l'Italia mostra una migliore capacità paritaria, con solo il 6,5% a fare differenza.
Convinzioni piuttosto arcaiche sulla disparità dei trattamenti che ancora resistono a livello economico ma anche sociale: basta ricordare la riflessione/protesta di Giada Stefani, volontaria della Protezione Civile che a novembre dello scorso anno denunciava l'utilizzo delle donne nella struttura relegato solo a particolari mansioni.
Eppure non mancano occasioni odierne dove le donne dimostrano di avere capacità anche negli ambiti in cui sono state presenti marginalmente: ne è esempio l'Unità di protezione delle donne curde, organizzazione militare completamente femminile che dal 2012 si oppone all'avanzare del Califfato islamico in Kurdistan e che ha mostrato il suo valore durante l'assedio di Kobane.
Anche quest'anno festeggiamo l'otto marzo, con l'augurio a tutte le donne che le discriminazioni appartengano al passato il prima possibile, perché esista davvero una reale uguaglianza civile, non relegata soltanto sulla carta.