M5S, il (parziale) disimpegno del fondatore

Grillo torna sul palco

Gianluca Vivacqua
05/02/2016
Politica
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“Scherzavo.”

Eppure, scherzando, Beppe Grillo in meno di dieci anni (dai tempi del primo V-Day, anno 2007) è riuscito a metter su un soggetto partitico di massa che, dopo essersi affermato su base locale e regionale, ha finito per diventare anche forza parlamentare, pur mantenendo la sua vocazione eminentemente antipolitica e anticasta. Settario o meno, marziano o no, il Movimento Cinque Stelle, alla cui base, oltre ai V-Day, c’è anche il programma Cinque Stelle (da cui il movimento ha mutuato il nome), ha fatto tanta strada da proporsi come punto di riferimento per una buona parte di elettori italiani, e non soltanto anonimi internauti e cittadini delusi dalla politica quanto digiuni di essa.

“Placcato” tra due etichettature coriacee, qualunquista e populista, il M5S è cresciuto arrivando a sviluppare una vita propria, indipendente dalle direttive del comico-guru e del Gran Maestro Virtuale, Roberto Casaleggio. Lo aveva promesso, Grillo, che non sarebbe rimasto legato per sempre alla sua creatura, e a quelle parole comincia a dare una concreta attuazione. 

Dopo anni di impegno “bloggatorio” e, conseguentemente, politico che lo avevano costretto a diradare i suoi impegni artistici (il comico genovese comunque non è mai sceso così tanto in campo da rinunciare al suo primo mestiere, anche perché, essendo ineleggibile con i suoi precedenti, in Parlamento non ci sarebbe potuto entrare mai), Beppe è ben felice di godersi il “ritorno a casa”: non che in questi ultimi tempi non avesse fatto almeno uno spettacolo all’anno, ma si trattava di performance a metà tra satira e comunicazione impegnata.

Ora, invece, il ritorno alla satira-arte: una riflessione auto-psicanalitica sugli ultimi anni della sua vita, in bilico tra identità di comicoimpegno politico. Potrebbe essere una “breve vacanza” o anche qualcosa in più: in ogni caso continuerà, naturalmente, a occuparsi del suo blog e anche del movimento, ma sempre più da osservatore esterno.

Non sono andato via, sono in mezzo a voi, guardo e voglio capire”, ha detto il comico, con toni da Messia pre-Ascensione, martedì sera, dopo due ore del suo ultimo spettacolo teatrale, Grillo vs  Grillo, fino a stasera in scena al teatro LinearCiak di Milano. “Dobbiamo cambiare questo Paese, e ognuno di noi deve continuare a fare la sua parte.” Dopotutto, ha aggiunto Grillo, “non sono un leader”: e gli sembra giusto continuare la “buona battaglia” riappropriandosi dei mezzi con cui l’aveva iniziata.

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